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...soltanto una donna siciliana

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2008 23:58
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Sesso: Femminile
09/01/2008 23:58

Due premesse:
-1° Per narrarvi questa storia, dovrò necessariamente usare qualche vocabolo siciliano, io non so scriverlo, so già che commetterò degli errori.
2°- Mia nonna non usava il turpiloquio, anzi, detestava tutti coloro che ne facevano uso, e non permetteva a nessuno di usare in sua presenza un linguaggio scorretto. Tutto ciò che di negativo lei pensava, lo esprimeva in un solo vocabolo, “ scimunitu “
Mia nonna Giuseppina era una bellissima donna, era alta, bionda,occhi azzurri, dall’aspetto un po matronale e severo che incuteva soggezione. Rimase vedova a soli 24 anni, con quattro bambini, la più piccola ( mia madre) aveva 8 mesi. A chi, negli anni successivi, le suggeriva di risposarsi, rispondeva:
-E perché , per mettermi un altro scimunitu o latu? Sia chiaro, mia nonna per tutta la vita ha pianto e rimpianto suo marito, ma non esitava a definirlo scimunitu, pensando alla causa che lo aveva portato a morire. In un caldo giorno d’estate il re venne a Palermo, mio nonno inforcò la bicicletta ed andò ad assistere alla parata. Si beccò una polmonite, e dopo pochi giorni morì.
Mia nonna non gli ha mai perdonato di essere morto per andare a vedere “ u re piemuntisi “Avrò avuto circa 7 anni, quando la nonna mi portò a vedere il busto di marmo di Luigi Giannettino, sita in una villa di Palermo( non ricordo più se era villa Bonanno, o il giardino inglese ), mi disse che quello uomo li ,era un suo cugino, che era morto nella prima guerra mondiale, ed era stato insignito della medaglia d’oro. Allora è stato un’eroe chiesi io, - si,un ‘eroe,ma anche scimunitu, rispose lei,- perché scimunitu nonna? Perché si fece ammazzare per il re piemontese, fu la risposta
Seppi poi, che sebbene giovanissima, nonna per ben tre volte si rifiutò di vedere la vedova del cugino, in quanto, costei come vedova di una medaglia d’oro, era stata nominata, dama di corte, compito questo , che assolveva ben volentieri. La nonna la definiva “ una scimunita “ che andava a servire i reali piemontesi, a causa dei quali, il marito si era fatto ammazzare.
Nonna odiò il fascismo ed i fascisti con tutte le sue forze, definiva i fascisti locali, “ i scimuniti ca servunu u scimunitu du nord “. Durante l’ultimo anno di guerra, lei con i figli ancora piccoli, dovette sfollare in un paese per sfuggire ai bombardamenti, e bene fece, visto che pochi giorni dopo la sua casa fu totalmente distrutta da un violento bombardamento.
Quando nel paese nel quale si era rifugiata, arrivarono le truppe alleate, tutti si aspettavano che lei fosse la prima a dare loro il benvenuto, la nonna con un muso lungo si chiuse in casa, a chi le chiese conto di questo atteggiamento nei riguardi dei “ liberatori “, rispose:
-E di iddi cu ci libbera ? Sempri stranieri sunnu, e puro scimuniti !
Nonna, non volle mai andare a votare, dicendo che era siciliana e non romana, e che con il parlamento di Roma , lei, non aveva nulla a che fare.
Ma all’improvviso, alla fine degli anni cinquanta, fu presa dalla passione politica per il partito di Silvio Milazzo, tirò fuori una eloquenza inimmaginabile, si trasformò in una suffragetta,ed iniziò a fare comizi e propaganda per Milazzo. Circa sei mesi dopo, abbandonò il tutto, dichiarando che anche Milazzo era scimunito !
Un giorno, le riferirono, che un personaggio “ intisu “ desiderava parlare con lei, si rifiutò decisamente di riceverlo, e per motivare questo rifiuto, dichiarò che era diventata …improvvisamente sorda! Per più di un mese fece la sorda anche in famiglia, sino ad arrivare alla festa di Santa Rosalia, per poi dichiarare “ ca a Santuzza u miraculu c’avia fattu!I parenti, paventando qualche possibile ritorsione, da parte del personaggio “ intisu “, diffusero la voce “ che donna Giuseppina era un po’ stramba “.
Lei lo seppe subito, non disse nulla, e con un…sorrisetto diabolico accentuò le sue stramberie !Tanto, stramba era !
Pochi giorni prima di morire, disse che voleva parla re “ ca a picciridda “ ( cioè io ). Mi guardò e mi disse:- Ricordati gioia mia, ca i masculi sunnu tutti scimuniti, parranu, parranu, ma nenti cumminanu, e ammazza ammazza, sunnu tutti na razza. Questa fu l'eredità morale che mi lasciò.
L’ultima “ stramberia “ di nonna, fu, il non volere ricevere il prete per l’estrema unzione, dichiarò che non era a grazie a " un masculu ca a faredda “che sarebbe andata in paradiso, ma per la misericordia “ du u Signori “
Negli anni successivi alla sua morte, in famiglia spesso ci si è chiesto, chi fosse veramente nonna Giuseppina. Una comunista ? Una anarchica? Una mangiapreti ? Una femminista?
Con il tempo, in me è maturata la consapevolezza, che la mia nonna,era soltanto …una donna siciliana
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