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Sanità e Istruzione in Sicilia

Ultimo Aggiornamento: 25/08/2008 20:42
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Sesso: Femminile
25/08/2008 20:42

SANITÀ E ISTRUZIONE SOTTO ATTACCO



Gli esecutivi di Palermo e Roma puntano a penalizzare gravemente due comparti strategici per lo sviluppo ed il benessere dei Siciliani


Soppressione delle guardie mediche, riduzione dei posti letto, tagli ai finanziamenti per le strutture convenzionate. Sono queste alcune delle parole d'ordine del piano di «riordino» del comparto sanità voluto dall'amministrazione regionale (non osiamo accodarci alla moda di definirla "governo" quale essa non è) guidata da Raffaele Lombardo. Lombardo, che nel suo curriculum sfoggia una laurea in Medicina e del settore medico, soprattutto nel catanese, è considerato l'eminenza grigia: non per niente una parte dei suoi pregressi guai giudiziari derivarono da un «regalo» di cinque miliardi di lire fattogli da Ernesto Pellegrini durante una gara per la fornitura di pasti ospedalieri per il "Vittorio Emanuele" di Catania.
Medico per formazione, politico di professione, Lombardo ha messo il pm Massimo Russo sulla poltrona di assessore regionale alla Sanità, il quale, uso ad operare con il diritto, non afferma altro che star «attuando disposizioni di legge», nelle quali è stato tradotto e "blindato" il piano di tagli e riduzioni.
In definitiva, un comparto di primaria importanza per i cittadini, vessati da troppo tempo da disservizi che spesso, troppo spesso si sono tradotti in tragedia, viene smantellato in nome del risanamento di bilancio. Il cui pareggio, previsto per il 2010 (ma con il "buco" della sanità che si prevede addirittura "ricucito" entro il 30 settembre prossimo, evidentemente in vista delle elezioni europee), rappresenta la chance di Lombardo e dell'Mpa per tentare di evitare che la gente, in sede elettorale, reagisca a questo "autonomismo" che è solida garanzia del precostituito sistema di oppressione coloniale.
Non si spiegherebbe altrimenti perché il leader "autonomista", pronto a mettere su opere tanto faraoniche quanto inutili e dannose (Ponte sullo Stretto, alta velocità quando ancora in Sicilia siamo al binario unico non elettrificato), trovi assolutamente necessario far pagare il prezzo di questi arditi sogni e di decenni di malamministrazione letteralmente sulla pelle dei Siciliani.
È evidente che questa "autonomia" si traduce in una totale ispirazione alle gesta (tra le quali, l'annunciato depotenziamento dellAIFA - Agenzia Italiana del Farmaco e la sostituzione del precedente Direttore Generale, l'indipendente Nello Martini, con il fedelissimo Guido Rasi) del cav. Berlusconi e compagnia cantante: lo afferma lo stesso Lombardo, quando sottolinea in particolar modo come questo "nuovo corso" venga proprio dalla «Lombardia, di cui stiamo seguendo i consigli e dalla quale stiamo ricevendo molti aiuti in materia di formazione e gestione amministrativa», come ha candidamente affermato in prima persona.
Questo si traduce in tagli, tagli, tagli. Diminuiscono i posti letto, costringendo alla chiusura reparti chiave di ospedali medi e piccoli, costretti così alla quasi inesistenza, che proprio Lombardo a parole vorrebbe sconfessare. E chiudono molte guardie mediche, presidî essenziali di sanità di base che piuttosto dovrebbero rappresentare una via di riorganizzazione del sistema e di collocamento per molti giovani medici siciliani disoccupati. Per non parlare dei tagli al fondamentale ed insostituibile servizio 118, e alle convenzioni, soprattutto per la specialistica accreditata le cui strutture, vocatamente di piccole e medie dimensioni, saranno in grandissima parte costrette alla chiusura, con un grave dazio da pagare in termini di involuzione economica, posti di lavoro perduti e disservizi per gli assistiti, quando già le liste d'attesa nelle strutture pubbliche sono scandalose. Per completezza, vorremmo ricordare che sono proprio le strutture sanitarie convenzionate a garantire la maggior copertura dei servizi ai costi più bassi per la collettività: l'unico vero presidio di modernità nella vessata sanità siciliana fino ad oggi usata per costruire carriere (politiche), spartire favori alla clientela elettorale, garantire appalti di forniture a discapito della qualità e specificità delle esigenze degli assistiti.
Quindi la giunta Lombardo accentra sulle strutture ospedaliere l'attività, che andrebbe invece decentrata, ottimizzata, armonizzata. Il flusso verrà ancor più canalizzato sugli ospedali già al collasso, che pure saranno gravati dei citati tagli posti letto e personale, con i rimanenti operatori costretti dalle già penalizzate ed ora ridotte guardie mediche e dalle altre strutture costrette alla chiusura, a vivere un incremento di stress lavorativo ed esistenziale (senza che questo gli venga riconosciuto nelle sue peculiarità di lavoro usurante), con un conseguente crescendo di episodi di malasanità, e di speculazione su questo stesso tema da parte di quei cittadini poco onesti ed orientati alla "querela facile" al fine di ottenerne un remunerativo esito.
Ma l'"ispirazione lombarda" di Lombardo (si direbbe: «nomen homen est») non si ferma qui. Infatti "tagliare" è anche la parola d'ordine del Ministro all'istruzione, Maria Stella Gelmini, che con tale dicastero è stata premiata per la fedeltà berlusconiana nonostante un curriculum politico quantomeno opinabile (a suo carico una mozione di sfiducia del consiglio comunale di Desenzano del Garda, che la stessa Gelmini presiedeva, per «inoperosità»), giungendo ad affermare che «le scuole del sud abbassano la qualità della scuola italiana» promettendo «corsi intensivi per gli insegnanti di Sicilia, Calabria, Puglia, Basilicata» (salvo poi prodursi nella smentita di rito dopo 24 ore, circoscrivendo il lamentato ritardo a soli «deficit strutturali»). Dovrebbe però spiegarci quali saranno gli insegnanti destinatari di tali corsi: i molti precari, quelli che da quest'anno non lavoreranno più perché prederanno il pur fragile incarico annuale, o quelli che insegnanti non diverranno mai, grazie ad un provvedimento cui fra poco accenneremo? La Ministro Gelmini ha sottolineato che «la scuola non è chiamata a svolgere una funzione sociale», e infatti molti reparti di oncologia pediatrica sono rimasti senza insegnanti, soprattutto di scuola media, per i piccoli alunni/pazienti ai quali la scuola in corsia può permettere di immaginarsi sani, come tutti gli altri bimbi, di distrarsi dalla tragedia che incombe su di loro, di costruirsi una speranza.
E quindi, anche in Sicilia, a pagare saranno i più svantaggiati, vale a dire alunni e studenti disabili che necessitano di insegnanti di sostegno. In tutta la Sicilia saranno almeno in 1700 a dover fare a meno degli oltre 1000 insegnanti "tagliati" (ma sono, queste, cifre stimate al ribasso). Ovviamente, la questione finirà nei tribunali (i cui tempi sono ben noti) o al più, per qualcuno, con le graduatorie d'istituto e i pagamenti ad ore. Bel risanamento per la Sicilia che soffre e continuerà così a soffrire. E rimanendo nel campo dell'istruzione, giunge anche la chiusura delle Ssis (Scuole di specializzazione per l'insegnamento secondario), in Sicilia Sissis (Scuola Interuniversitaria Siciliana di Specializzazione per l'Insegnamento Secondario). Di certo, le Ssis necessitavano di una riforma per evitarne la definitiva trasformazione in nuove baronie universitarie, in mera ripetizione di corsi già frequentati, in sovrapproduzione di insegnanti indirizzati a comparti già coperti, pur di "battere cassa" con le quote di iscrizione.
Ma quanti avevano già pagato la quota ed avevano "congelato" la frequenza perché magari impegnati in altri corsi o dottorati, non hanno ricevuto nessun "ultimatum", avvertenza, rimborso, opportunità. Una chiusura netta e repentina ("agganciata" con un emendamento al decreto collegato alla finanziaria) senza che si sia creata una "via d'uscita morbida" e, soprattutto, una valida alternativa. In Sicilia, dove giusto 50 anni addietro si distinse per impegno, coerenza ed efficienza l'assessore regionale alla Pubblica istruzione, ing. Giuseppe Caltabiano, tra i più attivi esponenti del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (capace di visitare senza preavviso tutti gli istituti scolastici siciliani), ora ci si dovrà barcamenare tra anziani docenti denigrati, giovani precari costretti all'emigrazione, aspiranti docenti senza opportunità di diventarlo, servizi ed edifici scolastici fatiscenti, e un comparto istruzione pesantemente compromesso, come se non fossero bastati decenni di "fandonie di Stato" propinate ai discenti di ogni ordine e grado.
Ultimamente sono impazzate polemiche sull'"eroe" Garibaldi, che in realtà fu schiavista e ladro di bestiame («tratto negri e cavalli», egli stesso affermò), di persona incline alla delinquenza e allo stupro (cosa che gli costò l'orecchio sinistro) o di tutt'altro che intrepido corsaro al soldo di una "repubblica delle banane", la "Republica do Rio Grande do Sul" voluta dal proprietario terriero Bento Gonçalves da Silva a partire da una concessione bananiera e diventata un centro di corruzione e violenza arbitraria.
Il Presidente della Regione Siciliana Lombardo, da leader degli "autonomisti", si è conseguentemente affrettato con la consueta spocchia a sottolineare che loro «credono enormemente all'Italia unita, guai se non fosse unita». Peccato che, a queste condizioni di violenta colonizzazione, malamministrazione, corruzione, clientelismo, mafia, e distruzione di comparti essenziali come la sanità e l'istruzione, i Siciliani all'unità d'Italia non credano più, guardando invece all'indipendenza non solo come ad una concreta possibilità, ma come ad una irrinunciabile necessità.


25 agosto 2008

Roman Henry Clarke
Vice Segretario del Movimento per l'Indipendenza della Sicilia



www.siciliaindipendente.org


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