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Provincia di Palermo

MUNNIZZA + MONNEZZA = SOLDI

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    similia
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    Sesso: Femminile
    00 11/01/2008 16:14
    Munnizza + Monnezza = Soldi

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    E’ deciso : la Sicilia accoglierà 1500 tonnellate di rifiuti campani; ma qual è l’attuale situazione delle discariche siciliane ? Ecco come la descrive un tecnico della Regione Siciliana :
    -<< ´attuale capienza delle discariche prevede una saturazione entro la fine del 2008. Anzi, se non si riapriranno subito i tre siti di Campobello di Licata, Serradifalco e Gela (per i quali si attende l´autorizzazione integrata ambientale da parte dell´assessorato al Territorio) l´allarme potrebbe scattare anche prima. A confermarlo è Giuseppe Raciti, direttore dell´osservatorio regionale sui rifiuti, uno dei massimi esperti del settore in Sicilia: finita l´emergenza che ha determinato il commissariamento, la Regione si trova costretta a spingere indietro le lancette dell´orologio. Riattivando, appunto, le discariche: ampliando quelle esistenti o creandone di nuove.>>
    Come si spiega dunque tanta “ generosità “ da parte del governatore Totò Cuffaro ?
    Prodi si è impegnato ad emanare un decreto che sblocchi i fondi per la costruzione in Sicilia di termovalorizzatori. E quindi piccioli ( soldi ) in arrivo ! C’è un proverbio siciliano che così dice :
    “ I sordi fannu veniri puri la vista all’orbi “
    Cuffaro…cieco non ‘è; E se poi il rimedio ( i termovalorizzatori ) è peggiore del male, che importanza ha ?!
    Ecco come Giorgio Diaferia si esprime sui termovalorizzatori :
    -<< di Giorgio Diaferia, del Consiglio Nazionale dei VAS.

    “Dico subito che gli inceneritori, chiamati termovalorizzatori solo in Italia, l’ennesimo incantesimo delle parole, non servono; che sono un’invenzione di 40 anni fa; che per ogni chilogrammo di materiale bruciato, un terzo dello smaltito diventa cenere, rifiuto tossico nocivo; che non fanno risparmiare energia, ma il contrario e quindi non convengono; che l’Italia è l’unico Paese a finanziare gli inceneritori con i soldi pubblici; che più alto è il calore generato, più le polveri diventano sottili e nocive e tumorali; che la raccolta differenziata li rende inutili; che il riuso dei contenitori come le bottiglie di vetro e di plastica li rende inutili; che va inserita una tassa ecologica sui contenitori usa e getta alla fonte, quindi al produttore; che bisogna ridurre i consumi; che bisogna incrementare la produzione di energia da fonti rinnovabili; che le prime nazioni, come la Germania, che hanno costruito gli inceneritori li stanno dismettendo; che la produzione di energia va delocalizzata

    gringoire.wordpress.com/2006/...valorizzatori/
    Nell’attesa dei soldi, Cuffaro ha dato il via libera all’accoglimento dei rifiuti campani:

    Fissata a 1.500 tonnellate la quota massima di rifiuti da accogliere. I tecnici al lavoro per individuare i siti di stoccaggio
    Non più di 1.500 tonnellate di rifiuti della Campania: è questa la quota stabilita dai tecnici siciliani, che stanno scegliendo le discariche candidate a contenere il carico che potrebbe arrivare da Napoli.

    L'ipotesi è che due discariche siano ad Agrigento, a Siculiana e a Sciacca; una a Catania (Motta S. Anastasia); una a Siracusa (Augusta) e una a Messina (in contrada Mazzarrà S. Andrea). Palermo non rientra nell´elenco. Ma la decisione finale, che potrebbe vedere anche la Sicilia coinvolta nella missione pro-Campania, deve ancora essere presa. Si aspetta il tavolo tecnico con tutte le regioni che hanno accolto l´appello di Prodi.

    Intanto si accende la polemica sui termovalorizzatori tra il Prc e il presidente Cuffaro.
    palermo.repubblica.it/dettagl...ariche/1413058
    [Modificato da similia 11/01/2008 16:20]
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    don rodrigo!!
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    00 12/01/2008 14:59
    NAVE PER LA SICILIA - Nella mattinata di sabato è intanto salpata da Napoli una nuova nave con un carico di rifiuti solidi urbani: ma sarebbe dirette in Sicilia e non in Sardegna. Dopo gli scontri degli ultimi giorni, il viaggio di queste navi è circondato da un alone di riservatezza. Sul foglio di partenza lasciato in Capitaneria, infatti, non è scritta la destinazione ma solamente la dicitura 'per ordini': la nave parte e ufficialmente potrebbe essere diretta verso qualsiasi destinazione.

    da Corriere.it

     
    Avanti con gli inceneritori
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    UniversitasTerraeBorgetti
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    00 14/01/2008 13:34
    Gira voce di un pseudo-accordo tra il governo e la regione Sicilia per la costruzione di 2 termovalorizzatori nella nostra isola.. saranno soltanto voci di popolo o c'è dell'altro????
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    don rodrigo!!
    Post: 269
    Città: ALTINO
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    00 14/01/2008 13:44
    Re:
    UniversitasTerraeBorgetti, 14/01/2008 13.34:

    Gira voce di un pseudo-accordo tra il governo e la regione Sicilia per la costruzione di 2 termovalorizzatori nella nostra isola.. saranno soltanto voci di popolo o c'è dell'altro????



    i termovalorizzatori previsti sono 4, il fatto è che un giorno vengono bloccati da pecoraro e un giorno sbloccati da prodi...tira e molla, tira e molla


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    similia
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    00 14/01/2008 19:47
    LA PROTESTA INDIPENDENTISTA CONTINUA
    MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DELLA SICILIA
    fondato nel 1943

    - CUMUNICATU STAMPA -

    RIFIUTI: LA PROTESTA INDIPENDENTISTA CONTINUA

    L'arrivo notturno, al pari dei peggiori e vergognosi crimini, coperto da menzogne e da squadre in assetto antisommossa, in perfetto stile "regime totalitario", hanno vanificato il primo, ma non unico, obiettivo per cui nella giornata odierna ha comunque avuto inizio l'annunciato sciopero della fame promosso dal Movimento per l'Indipendenza della Sicilia: evitare lo sbarco delle 1500 tonnellate di rifiuti colonialisti.

    Spazzatura divenuta strumento di invasione, una odiosa violazione della salute e del territorio dei Siciliani e prevaricazione della loro volontà, che è stata chiara: quell'immondizia non doveva sbarcare in Sicilia. Altro che "atto di solidarietà" al servizio della "coesione nazionale": è chiaro ed evidente che per i Siciliani ciò che importa è la salute, la dignità ed il benessere della loro vera Nazione, la Nazione Siciliana, e del proprio Popolo.

    E tante sono state le adesioni alla nostra protesta, contro la quale si è abbattuto un silenzio squarciato solo per pochi secondi dai TG RAI regionali e di Telecolor e da poche testate "minori". Ma, a questo punto, prospettandosi la lotta come ancora lunga e difficile, sarebbe per il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia un atto di irresponsabilità sfruttare tante adesioni, di singoli cittadini come di gruppi, movimenti ed associazioni, ai fini di un mero "braccio di ferro" contro la stampa di regime.

    Quindi l'astensione dall'assunzione di cibi solidi e liquidi avrà termine nella giornata di domani, sempre alle 8 antimeridiane, tramutandosi in una giornata di riflessione e catarsi collettiva, anche da parte di quanti, per problemi di salute, hanno aderito solo moralmente o per poche ore allo sciopero della fame.

    Perché il rischio che quelle 1500 tonnellate non siano le uniche, ma solo le prime, è altissimo, e la guardia deve rimanere alta. Non solo: i cittadini comunque scesi in strada e quelli che hanno aderito alla protesta del MIS hanno dimostrato a chiare lettere che ciò che hanno a cuore è, in primis, la salute, troppo e troppo spesso messa a repentaglio dalle politiche colonialiste italiane.

    Questo significa che la lotta indipendentista si concentrerà a favore di un piano di smaltimento dei prodotti post-consumo avanzato e all'avanguardia, che faccia ricorso a tutte le più efficaci metodologie di recupero, riciclo, riuso dei materiali, alla raccolta differenziata di ultima generazione (quella porta-a-porta con sacchetti personali, pesatura e conseguente detrazione dalla tariffa-rifiuti), ed ai trattamenti a freddo o con "torcia al plasma". Nessun inceneritore, portatore di inquinamento e morte, dovrà essere edificato in Sicilia.

    La protesta quindi continua. Contro ulteriori sbarchi, decisi con un "colpo di mano" autoritario e arbitrario del Presidente Cuffaro. Si tratta forse della sua ultima "polpetta avvelenata" lanciata al termine della sua carriera politica, data l'ormai imminente condanna, in seguito alla quale rassegnerà le dimissioni?

    E proprio tali prossime dimissioni ci impediscono, al momento, di individuare efficacemente un interlocutore istituzionale cui rivolgere la nostra protesta/proposta: l'ARS, prossimo a sua volta allo scioglimento, ci appare, nella sua pigra elefantiaca inattività, sempre più un apocrifo surrogato del glorioso Parlamento Siciliano che fu e che, grazie alla lotta e alla volontà dei Siciliani, tornerà.

    Quindi, la nostra "sfida" viene ancora una volta rivolta ai partiti italiani e ai loro ascari "siciliani", autentici mestieranti dell'occupazione politica e territoriale della Sicilia. È dalle loro segreterie, vero centro della politica coloniale di occupazione delle antiche istituzioni dell'Isola, che vogliamo cogliere segnali chiari della loro volontà su questi e altri temi. Un loro rinnovato e reiterato silenzio sarà, come anche convulse risposte pronte a contraddirsi o a essere smentite, saranno l'ulteriore conferma dell'urgenza che la Sicilia ha di sbarazzarsi di costoro unitamente a tutti il sistema politico italiano ed allo stesso Stato Italiano che ne ha abusivamente imposto la presenza e l'occupazione della Sicilia.

    Catania, 14 Jinnaru 2008

    A cura dell'Ufficio Stampa, Comunicazione e Propaganda del M.I.S.


    Movimento per l'Indipendenza della Sicilia
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    similia
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    Sesso: Femminile
    00 15/01/2008 11:12
    Terni :chiuso l'inceneritore - produce diossina
    Emetteva diossina, inquinava il fiume. Gli operai invitati a farsi visitare
    Sotto inchiesta il sindaco. Da stamattina i rifiuti portati nella discarica di Orvieto
    Terni, produceva veleni killer
    il pm chiude l'inceneritore
    dal nostro inviato CARLO BONINI


    L'inceneritore di Terni
    TERNI - Indicano l'inceneritore come un animale da cui guardarsi, accucciato in una conca dove l'aria stagna anche nei giorni di tramontana, in via Ratini, un budello sterrato tra le ciminiere e i silos della zona industriale del Sabbione. E lo fanno a maggior ragione ora, che l'animale tace della sua rugginosa ferraglia. Che i suoi due camini non esalano più bave di fumo.

    Un nastro bianco e rosso e una macchina del corpo forestale dello Stato tengono lontani i curiosi (che non ci sono) e gli operai, che qui non metteranno più piede. A lungo. Affissi al cancello di ingresso, due fogli dattiloscritti dell'Agenzia Speciale Multiservizi (Asm) datati 14 gennaio avvisano "il personale degli impianti di termovalorizzazione, selezione e trasferenza che, per cause di forza maggiore, gli stessi non sono accessibili e pertanto tutto il personale è posto provvisoriamente in libertà fino a nuova disposizione".

    Comunicano che 32 operai, entro le prossime 48 ore, "dovranno recarsi presso lo studio medico del dottor Barconi, in via Pacinotti, per sottoporsi ad esame radiologico". La città già sa dal primo mattino. La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro dell'impianto con un provvedimento che racconta una storia lugubre, un "disastro ambientale" nella civile, ordinata e pulita Umbria. Che vale nove informazioni di garanzia e accusa il sindaco di una giunta di centro-sinistra eletta al secondo mandato con il 70 per cento dei suffragi di aver avvelenato la propria gente. L'aria che respira, la terra che calpesta, il fiume di cui va fiera, il Nera.

    Vecchio di trentadue anni, l'inceneritore ha ruminato e bruciato sino al dicembre scorso (quando ne era stato disposto dal comune un fermo temporaneo per lavori di manutenzione straordinaria) oltre il 50 per cento dei rifiuti urbani della città e della sua intera provincia producendo, sin quando è economicamente convenuto, energia elettrica (5 megawatt l'ora). Ma in uno scambio diabolico, a leggere le sette pagine con cui il pubblico ministero Elisabetta Massini avvisa gli indagati dello scempio di cui li ritiene responsabili.

    Perché la pulizia della città ne avrebbe significato di fatto la lenta e silenziosa intossicazione. A cominciare dal 2003 e fino a qualche settimana fa. I liquami dell'inceneritore - scrive il magistrato - venivano scaricati nel Nera in disprezzo dei limiti di concentrazione fissati dalla legge per il mercurio, per i residui dei cosiddetti metalli pesanti (selenio, cadmio, cromo totale, nichel, piombo, manganese, rame, zinco). E i responsabili dell'Asm (la municipalizzata che controlla l'impianto) ne sarebbero stati a tal punto consapevoli da tentare di "diluirli" nel tempo "aggiungendo acque di raffreddamento provenienti dalle torri dell'impianto".

    I forni bruciavano senza autorizzazione, anche ciò che non avrebbero potuto - si legge ancora - lasciando che le ciminiere alitassero nell'aria "acido cloridrico" e "diossine", liberate da una "combustione" tenuta al disotto dei limiti (850 gradi) e dissimulata da false attestazioni dei cicli di lavorazione. Ancora: avrebbero bruciato anche rifiuti radioattivi. Come dimostrerebbero cinque "incidenti" registrati lo scorso anno. Il 16 marzo 2007 - scrive il pubblico ministero - viene dato ingresso nell'impianto a legno e carta provenienti da Monza e risultati radioattivi. Il 27 giugno, una nuova "positività". Anche se questa volta i rifiuti sono ospedalieri. Arrivano da dietro l'angolo. Dal "Santa Maria di Terni". E non sembra un'eccezione.

    Perché il 4, il 9 e il 24 ottobre sono ancora "rifiuti sanitari" a far muovere gli aghi dei rilevatori di radiazioni. Va da sé - accusa il pubblico ministero - che agli operai che lavorano nella pancia dell'inceneritore venga taciuto in quale crogiolo di veleni siano immersi.

    A quale sorgente cancerogena siano esposti, "nonostante, già nel 2002, uno studio commissionato dalla stessa Asm avesse accertato come ragionevolmente prevedibile il rischio di contaminazione". Nell'impianto nessuno sembra preoccuparsene. Peggio: nel reparto di "trasferenza", dove i rifiuti vengono separati e compattati, i filtri sono a tal punto ostruiti che "gli operai, per poter respirare, sono costretti a tenere aperte porte e finestre dei locali, provocando continue immissioni nell'aria di polveri nocive, da carta, nylon e altri rifiuti leggeri".

    Paolo Raffaelli, il sindaco, parla con un nodo alla gola. Alle tre del pomeriggio, di fronte al magnifico palazzo Spada, la casa municipale, attraversando una piazza che brilla come uno specchio, c'è chi lo ferma e lo abbraccia scoppiando in lacrime. È stato nel Pci e nei Ds. Sarà nel Partito democratico. È stato fino al '99 parlamentare. È un uomo intelligente e non gli sfugge cosa significhi l'avviso di garanzia che ha ricevuto qualche ora prima insieme all'intero vertice della municipalizzata che gestisce l'inceneritore (il presidente dell'Asm Giacomo Porrazzini, anche lui ex parlamentare europeo dei Ds; i consiglieri di amministrazione Stefano Tirinzi, Antonio Iannotti, Attilio Amadio, Francesco Olivieri; il direttore generale Moreno Onori; i delegati per i servizi di igiene e prevenzione Giovanni Di Fabrizio e Mauro Latini).

    Dice: "Stavo già passando settimane umanamente terribili per la Thyssen, che qui ha il suo stabilimento madre. E non sarei sincero se ora sostenessi che sui rifiuti sono tranquillo perché nel merito di questa vicenda ritengo che, nel tempo, siano state fornite alla magistratura tutte le controdeduzioni tecniche necessarie a far cadere gli addebiti gravi e direi pure infamanti che ci vengono mossi.

    La verità è che questo sequestro non solo sporca la mia immagine politica, ma fa riprecipitare in tutto il Paese e nella sinistra la discussione sullo smaltimento dei rifiuti a un'antica e improduttiva guerra di religione: "inceneritore si", "inceneritore no". A Napoli, Bassolino e la Iervolino sono stati "impiccati" per non averlo ancora costruito. Io, da tempo, vengo "impiccato" dalla destra e da settori dell'ambientalismo per averlo fatto funzionare in un quadro integrato di raccolta differenziata, termovalorizzazione, uso delle discariche, sviluppo di nuove tecniche di bioriduzione.

    Una cosa sola è certa. Questo sequestro non riuscirà a sporcare la città, anche perché, sensibilizzata dal prefetto, la magistratura ha compreso che per evitare che Terni sia sommersa di rifiuti nel giro di quattro giorni, almeno i reparti di raccolta dei rifiuti dell'impianto possano continuare a funzionare come snodo di smistamento".

    A un costo, però. Che apre un nuovo capitolo dell'emergenza trecento chilometri a nord della linea del Garigliano. Da questa mattina, tutti i rifiuti urbani di Terni e della sua provincia saranno avviati "tal quali" (così si definisce in gergo l'immondizia non separata) nelle "crete" di Orvieto, la discarica che, sino ad oggi, ha raccolto solo il 20 per cento degli scarichi del ternano. Il cielo umbro respira. La sua terra comincia a gonfiarsi. Al veleno non sembra esserci rimedio. Neppure qui. Tra ulivi e colline smeraldo che il mondo ci invidia.

    (15 gennaio 2008)
    www.repubblica.it/2008/01/sezioni/cronaca/rifiuti-4/rifiuti-4/rifiut...